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Il mercato in sintesi: Così va il mondo

Il mercato in sintesi: Così va il mondo

venerdì 9 febbraio
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Questa è una mia profonda convinzione: se il mondo ascoltasse più musica funk, probabilmente ci sarebbe più pace.

Nonostante io non abbia alcuna prova a supporto di questa affermazione, posso consigliarti questa esperienza: siediti comodamente sulla tua sedia, fai partire la canzone che abbiamo scelto per questo mese e alza il volume. Se, dopo averla ascoltata, senti ancora lo stress, allora sono pronto per offrirti un massaggio!

La nostra scelta per questo mese è niente di meno che That’s the way of the world degli Earth, Wind & Fire (personalmente, adoro la versione di Ramsey Lewis). Questo classico di questo gruppo iconico, pubblicato nel 1975, riunisce alla perfezione vari stili musicali in voga negli anni ’70. Il risultato è un capolavoro ricco di sentimento.

Sebbene il mondo attuale abbia bisogno di ascoltare più musica funk, visti i conflitti in corso che colpiscono così tante vite, uno dei motivi per i quali abbiamo scelto questa canzone è che è anche un cenno a ciò che sta accadendo nei mercati in questo momento.


Il mercato in sintesi: Così va il mondo

Punti chiave

  • In generale, l’inizio del nuovo anno ha portato sentimenti contrastanti per tutti: rendimenti positivi e negativi, buone e cattive notizie, sorprese e aspettative non soddisfatte. Per farla breve, niente di diverso dal normale andamento dei mercati.

  • I mercati azionari, dopo qualche difficoltà iniziale, hanno raggiunto nuovi picchi in tutto il mondo, spinti dall’ottimismo in settori come quello tecnologico, con la sola eccezione della Cina.

  • I mercati obbligazionari hanno suggerito cautela, con cali dovuti alle azioni delle banche centrali e ai ritardi nelle riduzioni dei tassi d’interesse.

  • Le materie prime hanno mostrato un’inattesa stabilità nel mezzo delle tensioni geopolitiche, evidenziando adattabilità del mercato e spostamenti della domanda.

  • Gli asset digitali hanno deluso. I prezzi dei Bitcoin sono raddoppiati in previsione della tanto attesa approvazione degli EFT sulle criptovalute da parte della SEC negli Stati Uniti, con poco spazio agli incrementi dopo l’annuncio.

Contro ogni aspettativa, il 2023 ha dimostrato di essere stato un anno piuttosto buono per la maggior parte dei beni.

Verso la fine dell’anno, le banche centrali hanno dato una spinta ai mercati annunciando una sospirata pausa alle loro azioni al fine di contenere l’inflazione. La prospettiva di frenare il regime di tassi di interesse elevati ha soddisfatto gli investitori, che si sono precipitati ad acquistare beni, facendo alzare i prezzi. Magari facendoli alzare troppo o troppo velocemente e un certo livello di indigestione era alquanto atteso. I commenti delle banche centrali a gennaio hanno mitigato l’entusiasmo: le riduzioni dei tassi di interesse non avverranno subito. In questo momento, gli analisti più pessimisti stanno esprimendo le solite preoccupazioni: qualcosa potrebbe "rompersi" nella macchina economica se i tassi restano alti per troppo tempo.

È vero, la storia ci ha mostrato in numerose occasioni che alcuni componenti dell’economia possono fallire: il settore finanziario nel 2008, i Paesi europei nel 2010, etc. Tuttavia, bisogna anche riconoscere che, nella maggior parte dei casi, le economie non si "rompono". La teoria della dinamica dei sistemi ci offre delle buone ragioni al riguardo. Qualsiasi sistema complesso, tra cui le economie, possiede tre caratteristiche: resilienza, autorganizzazione e gerarchia.

Bisogna considerare questo: prima di raggiungere un punto di non ritorno, i sistemi possono mostrare resilienza (le aziende possono adattare il proprio bilancio, i consumatori cambiare le loro preferenze, etc.), autoadattamento (i tassi d’interesse elevati sono dannosi per gli investitori che hanno bisogno di prendere denaro in prestito, ma non per quelli che lo prestano... è per questo che abbiamo visto un sacco di soldi versati nei fondi comuni monetari) e affidarsi a settori chiave (come l’I.A., l’industria degli ETF, etc.).

Ovviamente, ci sono dei limiti a quanto si può forzare il sistema prima che si rompa, ma siamo davvero così vicini a quel punto o stiamo semplicemente assistendo a un sistema che sta trovando la sua strada in mezzo a tutti i limiti? Una strada tortuosa, ma sempre in avanti. Non è così che va il mondo?

Diamo uno sguardo dettagliato a ciò che è successo:

Cosa è successo con le azioni

Come succede spesso nei periodi successivi alle feste, i mercati azionari a gennaio hanno avuto qualche difficoltà iniziale prima di raggiungere nuovi picchi.

I mercati statunitensi, spinti dalle azioni dei beni non essenziali e tecnologici, hanno raggiunto dei massimi storici. Sembra che gli investitori siano pronti a chiudere un occhio su eventuali segni di debolezza nei guadagni delle aziende (che complessivamente sono cresciuti nell’ultimo quadrimestre) e sono disposti a investire in aziende dal valore più elevato.

Anche le borse europee hanno raggiunto i valori più alti degli ultimi due anni e anche le azioni svizzere hanno seguito la tendenza generale.

In Asia, gli umori sono stati contrastanti. I mercati azionari giapponesi hanno continuato quella che sembrerebbe una rinascita inarrestabile, grazie alle riforme e agli sforzi economici compiuti dalla banca centrale giapponese che hanno creato un circolo virtuoso. Al contrario, le azioni cinesi hanno perso valore nonostante l’impegno delle autorità nel provare a stabilizzare i mercati. Le aspettative degli investitori verso importanti misure di incentivazione monetarie e fiscali sono state accolte con una risposta più misurata da parte del governo cinese.

Cosa è successo con i titoli

Se i mercati azionari hanno visto il bicchiere mezzo pieno, i mercati obbligazionari lo hanno visto mezzo vuoto. In questo momento, il loro destino sembra dipendere fortemente dalle azioni delle banche centrali, che non sono state in grado di dare sufficienti notizie positive.

Le riduzioni dei tassi di interesse non saranno immediate e l’instabilità è il risultato delle speculazioni dei mercati riguardo le tempistiche. Quasi tutti i mercati a reddito fisso sono in calo dall’inizio dell’anno, con i titoli a scadenza più lunga a farla da padrone.

Cosa è successo con le materie prime, le valute e gli asset digitali

La reazione dei mercati delle materie prime alle crescenti tensioni nel Mar Rosso, che hanno un impatto su una rotta commerciale globale fondamentale, è stata inaspettatamente tenue, con i prezzi di petrolio, gas e prodotti agricoli rimasti stabili. Questa stabilità può essere attribuita alla resilienza dei mercati e alla loro abilità di autorganizzazione. Nel corso del tempo, il sistema globale delle merci ha imparato ad affrontare gli avvenimenti locali. Inoltre, si è visto un adeguamento della domanda in Europa e in Cina.

Per quanto riguarda le valute, il franco svizzero ha perso un po’ di terreno rispetto all’euro e al dollaro statunitense, sebbene, almeno per adesso, la tendenza a lungo termine sembrerebbe inalterata.

Infine, dobbiamo discutere sui recenti sviluppi in ambito di criptovalute.

Nonostante l'approvazione degli EFT sulle criptovalute da parte della SEC negli Stati Uniti, i prezzi non sono aumentati come ci si aspettava. È davvero così sorprendente? In un certo senso, questo evento può essere paragonato a un’IPO. Quando un’azienda viene quotata in borsa, l’andamento nei mesi successivi tende a essere deludente, e per una buona ragione: una buona parte del valore è stato estratto prima. In effetti, il prezzo del Bitcoin è quasi raddoppiato in attesa di questa approvazione, quanto più in alto poteva andare? Un classico esempio di ciò che chi ragiona in termini di sistema chiamerebbe un “ciclo di bilanciamento”.

In generale, l’inizio del nuovo anno ha portato sentimenti contrastanti per tutti: rendimenti positivi e negativi, buone e cattive notizie, sorprese e aspettative non soddisfatte. Per farla breve, niente di diverso dal normale andamento dei mercati.

 


 

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